Gestione delle Obiezioni: Convinci con Successo

Gestione delle Obiezioni

Perché le persone sono così resistenti nei confronti delle cose che gli chiediamo di fare?

Premi, castighi e punizioni servono davvero in questi casi?

Di fronte ad un rifiuto la reazione automatica è quella di insistere, minacciare o addirittura punire pur di raggiungere l’obiettivo desiderato.

Reazioni Differenti

Non tutti però reagiscono in questo modo. Ci sono persone che non amano lo scontro e possono decidere di lasciar perdere, di non insistere per ottenere ciò che vogliono.

In questo questo caso però potrebbero finire con il sentirsi “molli”.

Sicuramente obbligare qualcuno a fare qualche cosa, può finire con il minare la relazione e diminuire la reciproca fiducia. Dall’altro lato, arrendendoci di fronte alle prime resistenze, rischiamo di perderci in autorevolezza.

Allora cosa dobbiamo fare?

Anzitutto dobbiamo chiederci: ma quando qualcuno ci dice “non capisco” o “non voglio” o “non sono d’accordo” a cosa si sta riferendo esattamente?

Probabilmente dietro questo rifiuto ci sono altre ragioni.

Diciamo che la gente non dice no al proprio manager per fare un dispetto. Dire di no è un segnale. L’argomento in gioco richiede la nostra attenzione.

Premi, promozioni e punizioni

In queste circostanze, premi, promozioni, punizioni, ecc. sono solo soluzioni temporanee. Si tratta di soluzioni che hanno un effetto limitato nel tempo e che nascono da una relazione di potere.

Una persona non si comporta come vogliamo noi solo per ottenere un premio/promozione o per evitare una punizione, o per farci contenti.

Se il nostro obiettivo è ottenere da un collega collaborazione, è necessario trasmettergli con pazienza l’importanza di portare a termine un compito, di raggiungere un obiettivo, affinché questi possa far proprio questo modo di pensare e di agire.

Meglio pianificare e organizzare

Per fare ciò è necessario costruire, pianificare e organizzare. Tutte queste cose richiedono tempo e impegno e non sempre abbiamo le risorse per farlo. Tuttavia, è l’unica strada per costruire con i nostri colleghi una relazione solida e basata sulla collaborazione reciproca.

Per arrivare a questo risultato dobbiamo avere le idee chiare, passo fondamentale per ovviare alle altrui obiezioni.

No all’imposizione!

Quando qualcuno solleva delle obiezioni rispetto a qualche compito affidato, possiamo certamente in qualità di team leader, obbligarlo a farlo. Tuttavia, questa imposizione rischia di compromettere la relazione e l’armonia all’interno di un gruppo di lavoro.

Quello che possiamo fare in queste situazioni è cercare soluzioni alternative.

Ad esempio, posso mostrare al collega come svolgere il compito affidato, coinvolgendolo nelle varie fasi. In questo modo avremo l’opportunità di chiarirne i dubbi e risolverne le obiezioni.  Pazienza se per qualche tempo sarete voi a svolgere il compito al suo posto.

Aiutiamo a sviluppare le proprie abilità

A poco alla volta il collega svilupperà una sua metodologia per affrontare e risolvere il compito che gli avete affidato, e non solleverà più alcuna obiezioni o perplessità.

Quindi nella relazione formativa è fondamentale fare chiarezza dentro di noi ed essere preparati alle obiezioni, avendo chiaro quali saranno le nostre risposte e come risponderemo.

Gestire le proprie insicurezze

Quando non abbiamo le idee chiare, il rischio è quello di trasmettere agli altri questa questa nostra insicurezza. Infatti, i colleghi non si ribellano all’idea di dover svolgere una determinata attività.

Quello che li spinge a sollevare dubbi o questioni è la sensazione di insicurezza che noi stessi abbiamo dentro.

Conclusioni

Quindi, davanti alle resistenze dei collaboratori, non mettiamoli alle strette. Ricordiamoci che quando obblighiamo qualcuno a fare qualcosa, per difesa questi opporrà una resistenza.

Al contrario, fermiamoci ad ascoltare cosa c’è dentro quella resistenza e impariamo ad agire su quello. Cerchiamo di non avere fretta di arrivare al risultato desiderato, perché noi e la nostra squadra non siamo quel risultato, non siamo quello che facciamo o che non facciamo, ma siamo quello che siamo, insieme e in armonia.

 

 

Gianluca Suardi

Gianluca Suardi

Sono nato a Milano e dopo aver conseguito un diploma ad indirizzo tecnico, ho studiato psicologia presso la Facoltà degli Studi di Padova e mi sono laureato in Psicologia del Lavoro nel 1996. La mia passione per le Risorse Umane, mi ha portato prima a lavorare per alcune società di Ricerca & Selezione di Personale come Recruiter. Nel 2010 fondo GSXecutive. Ci occupiamo di Ricerca e Selezione di Personale, Consulenza Aziendale e Coaching, Teambuilding. Attualmente iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia e all'Asnor (Associazione Nazionale Orientatori), nel 2024 conseguirò la qualifica di Coach accreditato ACTP con ICF- International Coaching Federation

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