La mancanza di rispetto è una dichiarazione d’amore

La mancanza di rispetto è una dichiarazione d’amore

Sembra che ci vogliano almeno 25 di allenamento all’ascolto interiore per imparare ad essere calmi e lucidi per gestire le proprie emozioni. Il nostro cervello ha proprio bisogno di mature

Rispondere male alle volte è l’unica soluzione disponibile per attirare l’attenzione degli altri. La nostra cultura ci ha abituato a fermarci al fatto. Il fatto va bene oppure non va bene.

Ma categorizzare un evento in questo modo ci impedisce di comprendere cosa stia succedendo al nostro interlocutore.

Attirare l’attenzione

Per alcuni spesso l’unica possibilità di attirare l’attenzione sul proprio disagio, è quella di rispondere in modo maleducato. Per altro si tratta di una modalità molto efficace per attirare l’attenzione, poiché una risposta secca generalmente è un forte catalizzatore di attenzione. Quindi imprecazioni, sfrontatezza, maleducazione, sfide non sono altro che strategie di comunicazione che hanno una finalità ben precisa, richiamare la nostra attenzione.

Orgoglio Ferito

Siamo troppo immersi nel nostro ego, nel nostro bisogno di sentirci rispettati. Il tutto a causa della nostra insicurezza come persone e soprattutto come manager. Tutto ciò ci porta a rivolgere l’attenzione su noi stessi e sul nostro orgoglio ferito. Dovremmo invece occuparci dell’altro e del perché reagisce in modo così brusco.

Perché ci sentiamo attaccati e la prendiamo sul personale, rispondiamo subito nella stessa immatura maniera, attaccando a nostra volta il nostro interlocutore.

Ma come si permette?

Il nostro pensiero è: “Ma come si permette? Se rispondessi io così ad un mio superiore, verrei licenziato sui due piedi! Meglio intervenire subito per raddrizzarlo prima che sia troppo tardi”.

Sono questi i pensieri che si accavallano nella nostra mente davanti ad un comportamento di questo tipo.

Questa dinamica finisce con lo spostare la nostra attenzione dal “bisogno male espresso” del nostro collega, al bisogno di proteggere la nostra integrità come persone.

Cosa fare?

Quindi chiudiamo le vie di accesso alla comunicazione per difendere la nostra reputazione davanti agli altri e davanti al collega, perché naturalmente, nessuno può mancarci di rispetto.

Cerchiamo una soluzione rapida per restituire sfacciataggine, oppure attiviamo una lotta di potere.

Ma ancora una volta ignoriamo il problema dell’altro, che rimane sullo sfondo.

In realtà la mancanza di rispetto è una dichiarazione d’amore.

Seguite questo esempio. Immaginate di tornare a casa dopo una lunga giornata di lavoro costellata di piccole discussioni con i colleghi. Niente di grave, però insomma una di quelle giornate un po’ pese, un po’ stressanti. Era già iniziata male, con quel farabutto che ti aveva fregato da sotto il naso il parcheggio che stavi curando da un quarto d’ora. Poi sei entrato in ufficio un po’ in ritardo, ne hai parlato con un collega durante la pausa caffè. Questo, invece di sostenerti ti ha fatto passare come un imbranato incapace alla guida. Questa etichetta in fondo ha influenzato un po’ il tuo umore e non sei riuscito a liberarti di quella sensazione spiacevole per tutto il giorno. Inoltre altre piccole scocciature ti hanno reso la giornata alquanto stressante.

….e poi torni a casa

A quel punto torni a casa e la tua compagna ti chiede di occuparti del bucato perché lei sta preparando la cena. Quindi tu potresti rispondere una cosa del tipo: “Scusa ma non puoi aspettare un attimo che sono appena tornato? Ma devo fare sempre tutto io in questa casa?”. A questo punto arriva sollecita la domanda: “Tesoro, cos’hai?”. La risposta è. “Niente”.  Ti togli la giacca e vai a prendere la cesta del bucato in lavanderia. In realtà ci sono un sacco di cose accumulate e trattenute dentro di te, ma sono così ammassate che hai bisogno di un po’ di tempo per identificarle, di qualcuno fidato a cui affidarle. In quei momenti abbiamo bisogno di qualcuno che ci ami così tanto da essere disposto ad entrare e prendersi cura di quei fardelli che noi stessi preferiamo tenerci dentro per paura di scoprire cosa nascondono. Insomma, il mondo interiore di una persona è intenso e complicato.

Mostrare i propri sentimenti

La mancanza di rispetto è una dichiarazione d’amore perché è solo con le persone che amiamo davvero e dalle quali ci sentiamo profondamente amati e accettati che ci sentiamo abbastanza al sicuro di mostrare tutti i nostri sentimenti.

Ecco perché un collaboratore sarà fantastico di fronte ad un cliente. Saprà essere paziente e carino in quella situazione. Viceversa, sarà irascibile e poco socievole quando rientra in azienda. Ha trattenuto e messo da parte molti stimoli emotivi che può lasciare andare una volta rientrato alla basa in un ambiente familiare, amico.

Cosa significa

Il significato è che l’ambiente e il clima all’interno del tuo team è per lui emotivamente sicuro

Questo modo di pensare mi è stato molto utile durante la mia esperienza di gestione di altre persone.

Uscendo dalla dinamica del ruolo, del mio bisogno di sentirmi un Manager apprezzato e rispettato ho scoperto che in particolare, che le persone che si mostravano più sicure di sé, più sfrontate, in realtà erano anche quelle più sensibili e insicure. Questo tipo di persone tendevano a richiamare continuamente la mia attenzione con atti di sfida e di collera, perché in realtà avevano bisogno della mia rassicurazione e del mio supporto per superare quegli ostacoli che gli creano disagio.

Diventare indipendenti

Tuttavia, questo non significa che questo ragazzo rimarrà sempre dipendente dal sottoscritto, anzi. Attraverso il mio esempio ed un corretto training formativo, arriverà a sviluppare le sue modalità di affrontare quegli ostacoli che inizialmente gli creavano ansie e preoccupazioni.

In definitiva

Le mancanze di rispetto dei nostri collaboratori sono dei segnali che indicano uno stato di disagio e quindi sono richieste d’aiuto. Queste difficoltà non passeranno fingendo che nulla sia successo, o fingendo di non aver capito, o peggio ancora se ci concentriamo solo sulla presunta mancanza di rispetto.

Ignora il problema e questo crescerà. Rispondere subito al primo segnale è sempre la cosa migliore. Attendere il secondo o il terzo evento, oltre che a ingigantire la situazione, equivale ad aspettare che un bambino corra per 100 metri prima di andarlo a recuperare.

Quindi in queste circostanze cosa possiamo fare?

La punizione è la cosa peggiore in questi casi. Può risolvere la situazione sul momento. Tuttavia non risolve ciò che ha causato quel comportamento. Al contrario rende il collega sospettoso e annulla la fiducia nella relazione con voi.

Lasciare che una persona esternalizzi il proprio disagio, non significa autorizzare comportamenti irrispettosi. In questi casi quel che possiamo fare è spiegare che certi modi di fare e di esprimersi, non sono graditi all’interno del gruppo di lavoro. In questo modo sarete chiari ma non giudicanti.

Parola d’ordine: Sdrammatizzare

Se riuscite sdrammatizzate la situazione ed evitate le ramanzine in quel momento, non è quello di cui probabilmente ha bisogno. Quando abbiamo di fronte una persona intelligente, le vostre parole gli avranno già fatto comprendere di aver sbagliato. Viceversa, se continuerà nel suo atteggiamento irrispettoso, probabilmente la questione è un po’ più complessa e richiede un intervento più profondo. In ogni caso il consiglio anche in tale circostanza è quello di abbassare i toni. Potresti ad esempio dire al collega: “Senti mi è venuta fame, che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa insieme?”. Quando una persona è sopraffatta da emozioni negative, dobbiamo aiutarlo a riacquistare serenità per potergli tirar fuori ciò non va.

E se anche questo proposta non funzionasse?

Bhe è arrivato il momento di interrompere questo comportamento, ma non è con la punizione che ne usciamo. Ricordiamoci che la relazione è fondamentale. Sforziamoci di pensare a cosa avremmo bisogno noi se ci trovassimo nella situazione del nostro collega? Probabilmente avremmo bisogno di un gesto di affetto, di qualcuno che ci dica: “Dai vieni qui e raccontami quello che ti è successo”. In sostanza metti da parte l’orgoglio ferito e tieni a mente l’importanza di mantenere una connessione e digli che tu comprendi che c’è qualche cosa che non va e io voglio veramente capire cosa ti succede. Questo aiuterà l’altro a recuperare il proprio controllo, perché comprenderà di aver di fronte una persona della quale si possono fidare.

Conclusione

Il consiglio, quindi, è quello di non accettare le provocazioni, di non salire su quel ring. Lasciate stare.

Gianluca Suardi

Gianluca Suardi

Sono nato a Milano e dopo aver conseguito un diploma ad indirizzo tecnico, ho studiato psicologia presso la Facoltà degli Studi di Padova e mi sono laureato in Psicologia del Lavoro nel 1996. La mia passione per le Risorse Umane, mi ha portato prima a lavorare per alcune società di Ricerca & Selezione di Personale come Recruiter. Nel 2010 fondo GSXecutive. Ci occupiamo di Ricerca e Selezione di Personale, Consulenza Aziendale e Coaching, Teambuilding. Attualmente iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia e all'Asnor (Associazione Nazionale Orientatori), nel 2024 conseguirò la qualifica di Coach accreditato ACTP con ICF- International Coaching Federation

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