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Gestione delle critiche sul posto di lavoro

Gestione delle critiche sul posto di lavoro

Ognuno di noi ha almeno una volta nella vita subito delle critiche sul posto di lavoro. Non tutti però reagiamo alle critiche allo stesso modo. Tuttavia, le critiche fanno parte della vita e bisogna imparare a gestirle per riuscire a raggiungere i propri obiettivi.

Saper gestire la critica senza prenderla sul personale

Ricevere feedback negativi non piace a nessuno ed è difficile rimanere impassibili.

In genere una critica è difficile da accettare perché mette in dubbio la propria autostima soprattutto dopo aver passato molto tempo a lavorare su un determinato compito.

L’atteggiamento migliore, di fronte ad una critica, dovrebbe essere quello di volgere a proprio favore la situazione, magari cercando di trarne un insegnamento, o rafforzare la propria capacità di non perdere la calma e far fronte alla situazione senza perdere la testa o farsi sopraffare dalle emozioni negative.

Gestire le critiche costruttive sul posto di lavoro

La capacità di accettare le critiche è un segno di maturità. Vediamo alcuni comportamenti che si possono tenere al fine di gestire con serenità le critiche:

1) Non reagire d’istinto

Molti sono portati a reagire istintivamente alle critiche, ma come dice un vecchio detto, meglio contare fino a dieci prima di aprir bocca. Darsi un minimo di tempo per riflettere prima di reagire ci permette di capire le motivazioni del collega. Per tanto dolorose possano essere, le critiche ci aiutano a crescere.

2) Non cercare alibi

Quando riceviamo una critica, siamo in genere portati a giustificare l’eventuale errore commesso. Tuttavia, salvo il caso di una critica infondata o palesemente errata, cercare di giustificare l’errore commesso non porta da nessuna parte. Meglio accettare la critica e farne tesoro per il futuro

3) Non abbattersi troppo

Un feedback negativo spesso aiuta a crescere dal punto di vista personale e professionale. Soprattutto se siamo all’inizio della nostra esperienza lavorativa, è normale ricevere osservazioni dai colleghi più esperti. Del resto, è noto che l’apprendimento avviene per prove ed errori

4) Umiltà

Quando si commette un errore e si riceve una critica, non serve reagire o giustificarsi. Chiedere scusa è la soluzione migliore, anche perché ha come effetto quello di disinnescare il nervosismo di chi ci ha fatto l’appunto.

5) Chiedere chiarimenti

Riceve una critica negativa, non fa mai piacere. Tuttavia, piuttosto che replicare o cercare giustificazioni, è meglio soprassedere al momento. Ci sarà tempo, magari a fine giornata, di chiarire con il collega che ci ha criticato l’episodio e le motivazioni della sua osservazione

Gestire le critiche distruttive sul posto di lavoro

Le critiche possono naturalmente anche essere ingiuste o immotivate. Parliamo in questo caso di critiche distruttive e sono più delicate da affrontare. Quello che possiamo fare in questi casi è:

1) Mantenere la calma

Fermatevi! Dovete andar contro all’istinto di reagire in questi frangenti. Anche se avete ricevuto una critica che ci sembra assurda, potremmo non sapere li per lì se l’osservazione è fondata oppure no. Mantenere la calma è soluzione migliore.

2) Difendere le proprie ragioni

Darsi un po’ di tempo per riflettere, ci aiuta a capire anzitutto se la critica è di tipo costruttivo o distruttivo. In secondo luogo, se la critica risulta priva di fondamento, possiamo portare a sostegno del lavoro svolto, evidenze che possono confermare la bontà del proprio operato. Il consiglio in questi casi è quello di mantenere un atteggiamento professionale, cercando di portare prove oggettive a sostegno del proprio operato. Si potrebbe in questo modo evidenziare che il feedback negativo ricevuto si basa su considerazioni personali e non oggettive

3) Non permettere che l’autostima venga danneggiata

Quando le critiche sono distruttive significa che l’obiettivo è minare l’autostima e il morale dell’interlocutore. Può darsi che in questo caso l’obiettivo sia davvero quello di farci allontanare. In questi casi, consideriamo anche l’ipotesi che forse vale la pena di cambiare lavoro