Milano fashion week, la moda ai tempi dello Smart Working

Milano Fashion Week

Se da un lato la Milano Fashion Week è ritornata in presenza, permettendo al pubblico e ai media di assistere fisicamente alle sfilate proposte dagli stilisti delle case di moda più blasonate, dall’altro lato – quello dei lavoratori e dipendenti di aziende, società e imprese, si instaura l’esigenza di trascorrere sempre più tempo tra le mura di casa.

I motivi sono molteplici: chi teme di contagiarsi, chi ha preferito non vaccinarsi e quindi non può entrare in contatto con altre persone, chi ne ha tratto beneficio in termini di tempo, riuscendo così a dedicarsi maggiormente alla famiglia.

Ne deriva una conseguente trasformazione nello stile, nell’abbigliamento e nel modo di presentarsi.

Lo Smart Working

Lo Smart Working, infatti, consente al lavoratore di gestire le sue giornate in maniera estremamente agile e personalizzata: venendo meno lo spostamento casa-lavoro, è possibile inserire nella giornata – appena prima di iniziare a lavorare o nella pausa pranzo, ad esempio – maggiori attività e momenti da dedicare a sé stessi. Inoltre, non dovendo più sottostare a dress code aziendali, viene da sé che le persone si sentono più libere di indossare indumenti meno formali e in linea con le esigenze della giornata che dovranno trascorrere.

Via libera quindi a tute, felpe, leggins e sneakers

Via libera quindi a tute, felpe, leggins e sneakers: possono essere comodamente indossati in casa, tra una lezione di pilates e la passeggiata in pausa pranzo con il cane e, in caso di call lavorative con capo e colleghi, strategicamente nascosti. Non è raro che i più pigri decidano di tenere pantaloni della tuta o del pigiama anche in presenza dell’Amministratore Delegato, poiché la call da remoto ne oscura la visuale e, pertanto, verrà mostrata abilmente solo una camicia accompagnata da una bella giacca. Stessa sorte per le calzature: banditi tacchi e mocassini, ora pantofole e morbidi calzini hanno finalmente la loro rivincita, e il piede ringrazia.

Questa tendenza viene confermata dai maggiori marchi di abbigliamento sportivo, i quali da inizio pandemia stanno incessantemente proponendo nuove e ricercate collezioni per uomo, donna e bambino e non hanno dunque percepito alcun tipo di crisi a causa delle chiusure di parchi, palestre ed ogni luogo adibito ad attività sportiva.

Impatto sulla moda dello Smart Working

Lo Smart Working ha quindi avuto un impatto notevole sulla moda, modificando la percezione delle persone anche all’interno degli stessi uffici.

Gradualmente, infatti, anche per coloro che scelgono di rientrare in ufficio, si sta iniziando ad accettare sempre di più mise che discostano dai completi eleganti a cui siamo abituati.

Si sta iniziando a considerare normale e ugualmente presentabile anche l’abbinamento jeans e camicia comoda o polo, definitivamente sdoganati, rendendo facoltativa la scelta dei completi grigi ed austeri per l’uomo, e i tailleur stretti e minimali per la donna.

Siamo entrati dunque ufficialmente in una nuova era per la moda professionale, decisamente più sostenibile e smart, in grado di renderci perfetti e allineati ad ogni situazione e contesto.

Gianluca Suardi

Gianluca Suardi

Sono nato a Milano e dopo aver conseguito un diploma ad indirizzo tecnico, ho studiato psicologia presso la Facoltà degli Studi di Padova e mi sono laureato in Psicologia del Lavoro nel 1996. La mia passione per le Risorse Umane, mi ha portato prima a lavorare per alcune società di Ricerca & Selezione di Personale come Recruiter. Nel 2010 fondo GSXecutive. Ci occupiamo di Ricerca e Selezione di Personale, Consulenza Aziendale e Coaching, Teambuilding. Attualmente iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia e all'Asnor (Associazione Nazionale Orientatori), nel 2024 conseguirò la qualifica di Coach accreditato ACTP con ICF- International Coaching Federation

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