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Gen Z e Intelligenza Artificiale

By Elizabeth Bennett| BBC Work Life

L’ingresso dei “Gen Z” nel mondo del lavoro è stato piuttosto traumatico, avendo dovuto iniziare a lavorare nel bel mezzo di una pandemia globale, molti di questi nuovi lavoratori hanno perso l’acquisizione di competenze hard e soft essenziali solitamente acquisite lavorando a fianco di colleghi più anziani.

Tuttavia, essendo la prima generazione veramente digitale, la loro innata padronanza della tecnologia potrebbe aiutarli a recuperare parte di quel terreno, soprattutto perché l’IA diventa una parte estremamente importante del posto di lavoro moderno.

Emma Parry, professore di gestione delle risorse umane e capo del gruppo Changing World of Work presso la Cranfield School of Management, nel Regno Unito, ha osservato come l’attitudine e la confidenza della Gen Z alle nuove tecnologie li stia ponendo in prima linea in questo nuovo modo di lavorare.

“Con l’intelligenza artificiale, le persone tendono a cadere in una prospettiva distopica o utopica, e i giovani normalmente cadono in quest’ultima”, afferma. “Sebbene non ci siano ancora enormi quantità di ricerche di qualità su questo tema, possiamo facilmente ipotizzare che i giovani siano più disposti ad accettare e ed adattare l’IA alla loro vita quotidiana e al lavoro”.

Stephanie Forrest, la fondatrice di TFD, una società di consulenza strategica per le comunicazioni nel settore tecnologico con sede a Londra, ha visto in prima persona come i dipendenti della Generazione Z utilizzino con facilità la tecnologia AI e stiano rapidamente diventando essenziali sul posto di lavoro. “Non mettono in discussione [la tecnologia], la vedono semplicemente come un modo per ottimizzare ciò che stanno già facendo”.

L’autrice afferma, che i ragazzi della Gen Z sono stati tra i primi lavoratori a sperimentare strumenti di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT di Open AI per attività, tra cui amministrazione, ricerca e composizione di e-mail. “Poiché l’intelligenza artificiale è così nuova per tutti, mette i dipendenti della generazione Z su un piano di parità con gli altri colleghi più anziani, fornendo loro un modo per contribuire in modo significativo al business. L’intelligenza artificiale consente alle aziende lungimiranti di imparare dai dipendenti più giovani, come usare queste nuove tecnologie per essere più efficienti”, afferma Forrest.

Il professor Weiguo (Patrick) Fan del Tippie College of Business dell’Università dell’Iowa, negli Stati Uniti, nota come molti giovani stiano si siano buttati letteralmente ad apprendere come utilizzare al meglio queste nuove tecnologie, sia attraverso il loro impiego quotidiano nella vita privata, che attraverso specifici corsi di formazione.  Weiguo considera vede questa tendenza come una “mossa strategica di carriera”,

Tutto ciò può aiutare i ragazzi della Generazione Z a fornire il proprio contributo in azienda in modi che i loro colleghi meno esperti di intelligenza artificiale potrebbero non essere in grado di fare, il che può rendere i dipendenti più giovani particolarmente preziosi per i loro datori di lavoro.

“I dipendenti della Generazione Z possono sfruttare le proprie conoscenze di intelligenza artificiale per innovare e semplificare i processi e contribuire a colmare il divario tra ruoli tecnici e non tecnici”, afferma Fan.

Questo può aiutarli a distinguersi. Ad esempio, presso la VEM Medical, un’azienda di strumenti medici con sede negli Stati Uniti, “La capacità dei giovani dipendenti di utilizzare la tecnologia AI per automatizzare lavori noiosi e ottimizzare i flussi di lavoro ha aumentato notevolmente la nostra produttività”, afferma Derrick Hathaway, direttore delle vendite.

Inoltre, afferma Fan, “la familiarità della Generazione Z con l’IA aiuta questi dipendenti più giovani ad adattarsi a questi cambiamenti e a comprendere le implicazioni dell’IA sui loro ruoli, rendendoli dipendenti flessibili e dinamici”. Fan aggiunge come queste competenze siano particolarmente preziose in settori quali tecnologia, finanza, assistenza sanitaria, marketing e produzione, dove le aziende stanno rapidamente integrando l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico.

I giovani possono anche essere fondamentali quando si tratta di plasmare pratiche etiche di intelligenza artificiale, una preoccupazione crescente in tutti i settori, man mano che la tecnologia prende piede. “La generazione Z, nota per il suo approccio al lavoro basato sui valori, potrebbe svolgere un ruolo essenziale nel portare a esperienze utente migliori e a una tecnologia più inclusiva”, afferma Fan.

Saper utilizzare l’intelligenza artificiale, può sicuramente aiutare i ragazzi più giovani a meglio interagire con i colleghi più anziani, arrivando in alcuni casi ad invertire i ruoli. Potremmo infatti trovarci in situazioni, in cui saranno i Gen Z ad insegnare come utilizzare l’AI ai colleghi più anziani. Ciò nonostante, questa abilità di per sé non sarà sufficiente a cancellare le barriere professionali che i ragazzi più giovani si trovano a dover superare, anche perché prima che l’intelligenza artificiale venga realmente impiegata in tutte le aziende, potrebbe volerci ancora molto tempo.

Inoltre, i datori di lavoro sono alla ricerca di dipendenti con competenze a 360 gradi. In questo scenario le competenze tecniche sono solo una delle competenze ricercate. “Altre capacità, come la comunicazione, il lavoro di squadra, il problem solving e l’adattabilità continuano ad essere molto apprezzate”, afferma Fan.

Inoltre, presto le aziende si muoveranno per formare un po’ tutti i propri dipendenti all’uso dell’intelligenza artificiale e quindi anche il gap tra Gen Z e generazioni di lavoratori più anziani, potrebbe essere colmato.