Riallacciandomi al poll che ho lanciato ieri dal titolo “Le figure professionali introvabili”, ho letto questa mattina un interessante articolo che racconta di un accordo siglato tra Confindustria Veneto e Prefettura di Venezia per agevolare l’inserimento e l’integrazione di migranti
Questo accorto è una ulteriore testimonianza della difficoltà che molti territori, vivono a causa della denatalità.
Il Veneto, siglando questo accordo, si propone di favorire l’inserimento occupazionale e sociale dei migranti.
L’intento è quello di facilitare la loro partecipazione a percorsi formativi, sia per migliorarne le conoscenze linguistiche, sia per consentir loro l’accesso a programmi di formazione specializzata o di aggiornamento professionale, al fine di acquisire le competenze necessarie e richieste dalle imprese, per favorirne l’inserimento nei luoghi di lavoro.
Si tratta di una iniziativa innovativa, per un territorio che soffre ormai da tempo di una progressiva diminuzione di giovani.
Le prospettive che questo avrà nel contesto economico appaiono attualmente drammatiche.
Senza l’arrivo di giovani da altri territori, il Veneto perderà tra oggi e il 2040 oltre 372mila abitanti, pari alle città di Venezia, Treviso e Rovigo messe insieme.
Di conseguenza le persone in età di lavoro diminuiranno di 598mila unità e, a parità di condizioni, gli occupati scenderanno di 443mila, ossia di un quinto.
Per mantenere il PIL della regione, ai livelli attuali (cioè, a crescita ZERO) nei prossimi 17 anni la produttività dovrebbe aumentare di oltre l’1% all’anno, mentre in realtà scende dello 0,5% l’anno.
Il presidente di Confindustria Veneto Enrico Carraro sottolinea come il Veneto si trovi attualmente di fronte a due sfide sostanziali:
– l’emergenza immigrazione
– l’oggettiva difficoltà delle imprese a trovare manodopera e competenze.
L’obiettivo è quindi quello di semplificare le procedure di ingresso in Italia per gli stranieri che completeranno programmi di formazione professionale e civico-linguistica previsti nei paesi di origine ai fine della selezione del personale, in modo da rendere più semplice, per le aziende del territorio, trovare le competenze professionali di cui hanno necessità per mantenere la propria competitività.